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MECCANO – STORIA DI VELOCITA’: IL LIBRO DI EMANUELE LANARO CON CITAZIONI PER VESPA, CIAO, APE. QUI UN ESTRATTO

L’autore di “Meccano” sulla sua Vespa 50 tre marce del 1969, perfettamente restaurata.

L’e-mail è del 19 settembre 2020: “Sono Emanuele Lanaro, da sempre appassionato del marchio Piaggio. Ho posseduto negli anni molti veicoli prodotti dalla vostra Azienda e non mi hanno mai deluso. Quest'anno ho pubblicato il mio primo romanzo: Meccano - Storia di velocità per la casa editrice Del Faro di Trento. Nel racconto sono presenti il Ciao, mia prima passione, Vespa 50 e PX, Zip e Ape 50; tali veicoli sono descritti con toni molto più che lusinghieri.

Questo libro fa parte di un progetto più vasto che prevede di realizzare altri quattro romanzi nei prossimi quattro anni. In uno dei prossimi libri citerò anche la Vespa 125 GT che era stata di mio padre e alla quale era molto affezionato… L'ispirazione maggiore devo ammettere di averla avuta dopo aver visitato il Museo Piaggio di Pontedera, dove mi sono molto emozionato al punto di accettare la richiesta delle mie figlie perché comprassi un’Ape 50 nuova per loro, ormai quasi quattordicenni. Spero possiate leggere il mio libro, e che vi piaccia…”.

Emanuele Lanaro accanto all’Ape 50 appena acquistata – “su richiesta delle figlie quasi 14enni” - presso il concessionario D’Ambrosi di Schio (Vicenza).

E – dedicandolo ai lettori di Wide Piaggio Group Magazine – l’autore invia un estratto del libro. Aggiunge Emanuele: “Di Ciao ne ho avuti 2, del Bravo e Super Bravo 3, di Vespa: una 50 3 marce del ‘68 e successiva PK 3 marce avviamento elettrico… Nei miei ricordi c'è anche la mia prima moto che è stata una Aprilia ET 50. E mi piace l’Aprilia Dorsoduro 900…”.

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Vintage: dépliant moto Aprilia ET 50, anni ’80.

Qui un estratto dal libro Meccano – Storia di velocità, gentilmente concesso dall’autore Emanuele Lanaro. Ricordi emozionanti, in cui tanti possono immedesimarsi. Buona lettura.
RICORDI DI GIOVENTU’ CON LA VESPA 50 SPECIAL DEL NONNO E L’APE EREDITATA. “Quel giorno chiesi a mio nonno se mi faceva fare un giro con la sua Vespa. Lui mi accompagnò in garage e mi spiegò di che veicolo si trattava: era una 50 special con il cambio a quattro marce. Lui aveva cambiato il cilindro montando un 75 cc di marca Dr e da dieci anni la usava per andare al lavoro. Il nonno non aveva mai voluto possedere un’automobile e, quelle volte in cui saliva con la moglie sulla nostra vettura, bisognava fermarsi molto spesso perché diventava pallido e doveva prendere aria. Mi mostrò che, per avviare il motore, bisognava tirare l’aria e aprire il rubinetto della miscela; non bastava la sola benzina, serviva anche l’olio mischiato insieme per il fatto che il motore era a due tempi. Mi mostrò i misurini, che sembravano delle provette di laboratorio, che servivano per preparare il carburante e la tanichetta da cinque litri che usava a tale scopo. Siccome mio nonno non si fidava del benzinaio non andava a fare il pieno davanti casa con la Vespa, ma preferiva attraversare la strada con la tanica, prendere la benzina e poi miscelare lui l’olio, al due e mezzo per cento. Finalmente la avviò, con un colpo secco di pedalina, salì in sella e io presi posto in piedi davanti a lui. La bianca carrozzeria splendeva al sole come le moto da corsa che avevo visto alla TV. Iniziammo a girare nel prato disegnando un grande otto passando tra i meli. Il nonno mi disse che bisognava sempre partire piano per permettere al motore, raffreddato ad aria, di riscaldarsi”.

Vintage: copertina dépliant Vespa 50 r e 50 special.

“Tornando a casa dissi ad entrambi che mi sarebbe piaciuto stare dai nonni un sabato ed una domenica da solo: mio nonno mi aveva proposto di revisionare il carburatore della sua Vespa e io sarei stato molto felice di poterlo aiutare anche perché non ci vedeva bene e aveva veramente bisogno di un assistente. Così la settimana successiva, il sabato, dopo scuola mio nonno venne a prendermi e andammo a casa sua con la Vespa alla quale era stato aggiunto il parabrezza. Arrivai congelato e passai i primi dieci minuti appiccicato alla cucina economica per riscaldarmi. Non avevo mai percorso tanta strada in moto e non mi ero reso conto di come si potesse sfrecciare tra le auto: era come se il tempo venisse accelerato o, meglio, gli altri veicoli parevano lenti, ma poi nei rettilinei ci raggiungevano e superavano. Al pomeriggio, nel garage, io tenevo la lampada e il nonno, dapprima, smontò l’ammortizzatore posteriore, posizionò un secchio rovescio al posto del cavalletto centrale, smontò lo scarico ed anche il carburatore. Ci posizionammo sul banco che aveva sul lato destro vicino alla lavanderia e con l’aiuto di una lampada con lente d’ingrandimento incorporata smontò l’intero carburatore: pulimmo ogni singolo pezzo, sostituimmo le guarnizioni, un piccolo filtro in plastica ed anche il getto, che era una piccola vite in ottone con un forellino al centro. Il nonno mi spiegò come funzionava il galleggiante e poi mi fece smontare l’alberino che lo tratteneva per sostituire anche quello. Rimontato il pezzo, dopo aver sostituito un sottile tubicino che portava il carburante dal serbatoio, il vecchio “Nello”, diminutivo di Gaetano che era il suo nome, ma essendo piccolo e magro da bambino lo chiamavano Gaetanello, ridotto poi in “Nello”, prese da uno scaffale una scatola di cartone dalla quale estrasse un manufatto di colore nero con un tubo attaccato: era una nuova marmitta. Mi disse che molti davano fuoco alle marmitte vecchie con l’intento di pulirle dall’olio incrostato, ma mi spiegò che così facendo i residui che rimanevano all’interno riducevano il volume ed il motore poi “respirava” male”.

Vintage adv, Piaggio-Vespa France.

“La domenica, dal nonno, avevo cominciato a girare nel prato con la Vespa da solo: ero grande, o almeno così credevo. Una domenica, dopo la gara delle moto, avevo visto sia 125 che 250 che 500, l’erba era bagnata ed il nonno mi disse che se avessi girato nel prato avrei dovuto evitare di usare i freni altrimenti sarei caduto di certo. Io lo rassicurai e dopo aver preparato la Vespa, controllando la benzina e scaldandola, partii per la mia serie di otto. Il percorso era semplice, ma le curve anche se simili erano diverse le une dalle altre, certe andavano affrontate con decisione altre con attenzione e poco gas. Al terzo o quarto giro persi l’anteriore e volai sull’erba bagnata fino quasi alla recinzione. Rientrai infangato e chiesi a mio nonno di venire in garage. Guardò la Vespa e commentò che non avevo frenato, ma con il bagnato, se si esagera, succede quanto mi era capitato. Mi fece vedere la porzione di pneumatico oltre la quale non bisogna andare con il bagnato e poi mi disse che sarei dovuto andare da lui un pomeriggio la settimana per riparare i danni. Così fu. Il lunedì pomeriggio per quattro volte di fila mi feci circa sedici chilometri in bicicletta per andare dal nonno. La prima volta ribattemmo la lamiera e poi la stuccammo, la successiva ci fu il carteggio, seguirono il fondo e poi la verniciatura. L’ultimo giorno, dopo aver cambiato la leva della frizione ed entrambe le manopole, lo scooter sembrava nuovo e così il “Nello” aprì una bottiglia di vino e bevemmo fino quasi ad ubriacarci”.

Pubblicità anni Sessanta con protagonista il mitico “Vespino”.

“Quella stessa sera mio nonno mi disse che quando avessi avuto quattordici anni mi avrebbe regalato la sua “special” e per lui, che cominciava ad avere troppo freddo in inverno, si sarebbe preso un’Ape 50 che gli avrebbe anche permesso di portare la moglie a messa nella chiesa della Ca’ Pajella, che era un quartiere della vicina cittadina di Thiene, anche quando pioveva”.
“La terza media arrivò ed anche il relativo esame nel mese di giugno. Tutto andò bene e il risultato fu non ottimo, ma comunque buono. Arrivò agosto ed anche la Vespa del nonno e, tolti i quindici giorni passati al mare, trascorsi le mie giornate andando a zonzo e consumai moltissima miscela, che preparavo in casa come mi aveva insegnato mio nonno...”.

E il racconto continua con l’incontro del protagonista Nicola con Piaggio Ciao e con il “più potente” Piaggio Zip, e poi le gare in scooter all’autodromo di Varano e sulla pista di Magione, le coppe vinte, l’Ape del nonno ereditata, il matrimonio con Gloria con contorno di moto rombanti, e la sposa sul sellino della Vespa…

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Piaggio Zip, gamma 2020.

“Passò il mese di ottobre e arrivò novembre. Io studiavo, giravo con la Vespa e facevo il cameriere in pizzeria, luogo in cui avevo portato la mia ultima coppa con un primo posto nella scooter-matik: era quella vinta a Magione nel cui rettilineo avevo toccato, grazie alla scia di quelli che avevo davanti, una velocità di quasi 160 chilometri orari e fatti con lo Zip sembrano 300”.
“In agosto di quell’anno mio nonno che era stato soprannominato “Vespa” e poi “Ape” morì…ero a casa di mia nonna che mi disse che avevo ereditato l’Ape cinquanta. La salutai e mi misi alla guida, piansi da Zugliano a Breganze al punto da non vedere neanche la strada…”.

Vintage: Ape 50, 1972.

“Ci sposammo nel mio paese natale, a Gloria andava bene così, in una domenica di marzo particolarmente calda e soleggiata. La festa fu abbastanza movimentata e piena di moto, che trovammo rombanti fuori dalla chiesa. Pur non ritenendo fosse adeguato volli percorrere il primo chilometro con la Vespa di mio nonno e mia moglie seduta di fianco che aveva un gran da fare a tenere tra le braccia il suo vestito bianco. L’idea della Vespa mi era venuta perché mia nonna, essendo rimasta sola, mi era sembrata in difficoltà quando l’avevo invitata e mi era parso che se avessi utilizzato quello che era stato il loro unico mezzo di trasporto per tanti anni avrei reso onore a mio nonno…”.

(Fonte immagine: joja.it).

SINOSSI.Questo romanzo racconta la coinvolgente storia di Nicola, un bambino che diventerà giovane uomo crescendo nell’ambiente competitivo delle gare motociclistiche. Difficile riuscire a restare fedeli a sé stessi, mantenere relazioni sincere, non cadere nelle reti degli opportunisti travestiti da amici. Nicola saprà trovare il suo modo di esprimersi e il suo posto in un mondo dai ritmi sempre più veloci. Oltre al rischio e a molti momenti difficili, il protagonista conoscerà la sensazione di essere preso travolgentemente dall’amore, per poi essere gettato a tal punto da dubitare di tutto ciò che lo aveva circondato fino a quel momento. Si scontrerà con sé stesso fino a quando non riuscirà ad accettare che le altre persone possono anche deludere e che, anche se le cose della vita non sempre vanno come si vorrebbe, può sempre arrivare qualcosa di nuovo e inaspettato. L’importante è trovare la forza di rialzarsi e riprendere a correre”.

Immagine tratta dalla copertina del libro, edito da “Del Faro”, Trento.

BIOGRAFIA. “Emanuele Lanaro è nato ad Asiago e cresciuto tra piccoli paesi del Veneto. Attualmente vive con la moglie e le due figlie adolescenti vicino a Vicenza. Ha poco più di quarant’anni e lavora come tecnico in ambito sanitario. È appassionato di sport motoristici ed è pilota amatoriale”.

 

(Negli sfondi di questo articolo: le nuovissime Vespa Racing Sixties, modelli Sprint e GTS).