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Viaggi

DALLA SARDEGNA…WITH LOVE

VITTORIO INSERRA, L’INGEGNERE-BIKER INNAMORATO DI APRILIA

Vittorio Inserra all’ingresso della mostra fotografica “Aprilia vista da Oriente”, in corso al Museo Piaggio di Pontedera fino al 6 aprile 2024. Gli scatti spettacolari della fotografa giapponese Aki Kusudo raccontano la passione e l’impegno di Aprilia in MotoGp. La mostra sarà poi visibile al Misano World Circuit in occasione dell’Aprilia All Stars, la grande festa aperta a tutti: 8 giugno 2024.

DA 18 ANNI GUIDA MOTO DI NOALE, LA SUA COMPAGNA DI VIAGGIO PREFERITA È LA RS 660. CON LEI HA FATTO “FOLLIE”: COME QUELLA DI OFFRIRE UN BUFFET AI DIPENDENTI DEL MARCHIO ITALIANO (FINENDO SU GIORNALI E SOCIAL) PER DIRE “GRAZIE APRILIA”

Dopo Aprilia a Noale, Vittorio Inserra è stato invitato da Wide magazine a visitare il Museo Piaggio di Pontedera.

Marzo (G.T.) CAPITOLO 1: NOALE. La notizia è ghiotta in tutti i sensi: Vittorio Inserra, un ingegnere di Cagliari nato a Milano, 70 anni portati con brio, spirito libero e anticonformista, biker di razza, viaggiatore in giro per l’Europa e gran macinatore di chilometri on the road, è un super appassionato delle moto Aprilia. “Un cliente Aprilia sfegatato” si autodefinisce. Così, in sella al suo ultimo acquisto, una RS660, ha deciso di partire da Cagliari per approdare, lo scorso 20 febbraio, nel piazzale esterno della sede di Aprilia e Aprilia Racing a Noale, con una sorpresa ben preparata con un catering locale: i dipendenti in uscita dagli uffici hanno trovato un buffet e il cartello “Grazie Aprilia!”. E, sui tavoli, torte con uguale scritta, bibite e altri dolci (e prosecco veneto). Il motociclista ha scambiato brindisi e quattro chiacchiere con i dipendenti, piacevolmente sorpresi, con immancabili scatti a ricordo.

Poi esci dall’ufficio e trovi un cliente che ringrazia Aprilia, e noi ringraziamo te…”, “Veramente una bella soddisfazione, grande Vittorio!”, sono alcuni dei numerosi commenti di colleghe e colleghi (presto girati tra i social) che hanno apprezzato l’iniziativa dell’ingegnere Vittorio (finita anche sui giornali). Lui che sui social neanche c’è, e quando non gira in moto preferisce i libri, l’arte, la musica classica e cucinare (soprattutto dolci).

APRILIA RS660 ROBOT

Superlativo poster (firmato da Antonio Paglia, Design Center team) che da Aprilia Noale è stato inviato a Cagliari, in dono al cliente Vittorio Inserra.

L’ingegnere-biker è stato anche accompagnato in una breve visita al Reparto Corse. Lui ha commentato: “E’ stata un’apoteosi, offrire una fetta di torta e un prosecco ai dipendenti Aprilia e un ‘grazie’ e ricevere in cambio così tanto. Ho avuto un’accoglienza straordinaria”. Ingegnere, ma perché l’ha fatto? “Io sentivo questo ‘debito’ di riconoscenza per tutto il team Aprilia capace di fare moto che sono capolavori italiani di design, tecnologia, stile, funzionalità e comodità di guida. Senza ostentazioni, senza fronzoli, moto vere per veri motociclisti”.

Padre e figlio, ride tour in Sardegna: Vittorio Inserra con la sua Aprilia RSV 1000 R (la prima, in 18 anni ne ha avute sei) e il figlio Enrico, 27 anni, attore affermato, anche lui motociclista.

CAPITOLO 2: CAGLIARI. VITTORIO INSERRA: “VIAGGIARE IN MOTO, A MODO MIO”. Quale tipo di motociclista è Vittorio Inserra? Lo racconta lui stesso a Wide: “Prendi un motore potente, ti siedi sopra e... parti! A parte qualche altro piccolo dettaglio come due ruote, un telaio e un manubrio questa è la moto. In moto si guida col corpo per mantenere l'equilibrio e per inserirsi nella traiettoria corretta. Quando si va a spasso il piacere è proprio questo, unito alla spinta vigorosa del motore. Insomma, tante sensazioni fisiche, che solleciti accelerando.
Immerso in questa attività e in queste sensazioni, alcune olfattive come l'odore della campagna, o di un insetto schiacciato sul casco. Improvvisamente, un meraviglioso paesaggio ti cattura: rallenti, a volte ti fermi, allora sei solo un incantato spettatore viandante, dimentichi la guida ed il tono dello scarico. Poi davanti a te vedi delle curve invitanti e la frenesia riparte”.

Vittorio Inserra al Museo Piaggio, ammirando le moto Aprilia racing.

“Da anni giro in moto la nostra meravigliosa Europa, ed è facile: vedi da lontano delle case che si addensano e, ad un certo punto, un campanile che svetta: quello è il centro. Lì ti dirigi e quando sei sotto di lui: giù il cavalletto laterale, lasci la moto e giri a piedi. E dopo vuoi ritrovare la moto, allora alzi gli occhi e cerchi il campanile. È sempre così, sia per i piccoli borghi che per le grandi città, in Germania come in Spagna. Normalmente parto con le prime luci dell’alba e attraverso il meraviglioso paesaggio europeo, per tortuose e panoramiche strade secondarie. Trovo una sistemazione nel tardo pomeriggio: doccia, abbigliamento da passeggio e giro in centro. Cena tipica locale e il giorno dopo si ricomincia il tour in sella”.

(Fonte immagine: www.uffizi.it/opere/nascita-di-venere).

Firenze, gli Uffizi. Soli, io e la Venere di Botticelli. Ehi, Venere, come va? E ammiro il ‘Tondo Doni’. Immenso Michelangelo, solo io davanti ai capolavori. E questo ti fa tremare dentro. Ho acquistato il biglietto n. 0001. Primo in fila alle 7:45. Tutto qui. È la libertà di muoversi in moto, andare dappertutto, seguendo l’estro del momento, scoprendo luoghi e strade nuove.
Affittacamere a 20 metri da Ponte Vecchio, moto lasciata in garage a 200 metri, gennaio 2024. Ero partito alle 6 del mattino da Tagliacozzo, la Cortina dei romani; verso le 18, 700 km ‘de curve’ dopo, a trenta chilometri da Trento, adocchio la scritta ‘B&B’ e, un po’ cotto, faccio subito inversione e piazzo il cavalletto laterale. La mia adorabile soluzione migliore: palazzina con ristorante bar e camere, gestione famigliare. È appena passato il primo Covid. Il proprietario, che aveva fatto un grosso rinnovamento e si era esposto finanziariamente, quando aveva riaperto ha poi subito dovuto chiudere per la pandemia. Quindi ora ricomincia e sono uno dei primi clienti, quindi tappeto rosso e trattamento speciale.
Cena in giardino, solo, tavolino panoramico sulla valle e le tenute di Pinot, aquila che volteggia stridula in alto, vista della lontana trafficata superstrada. Cena con minestrone e pizze varie cucinate in famiglia dalla moglie polacca (mentre scrivo queste note ascolto ‘Prélude à l’après midi d’un faune’ di Debussy; la musica mi accompagna sempre; durante i viaggi la ascolto la sera in camera con piccolo altoparlante, ma in moto solo ‘musica’ dallo scarico sportivo). Spesa per camera, cena sublime, unico cliente e uso lavatrice e stenditoio per bucato, garage moto e…show dell'aquila compreso, in esclusiva: 75 € nel 2022”.

“Per me le Aprilia sono opere d’arte, da appendere in casa, come questa parte di carena dalla RSV4 RF, non vi pare una scultura?”, dice Vittorio Inserra.

A proposito di Tagliacozzo, lì veramente gestione famigliare! Ristorante con bimba che saltella tra i tavoli e nonno dietro ad apostrofarla ‘non devi disturbare i clienti!’. Tv con telegiornale, mamma che spadella tagliatelle di pasta fresca con sugo alle noci. Il babbo ancora in pigiama, un po' scarmigliato, la mattina alle sei, mentre in silenzio lascio la camera, avendo saldato il conto la notte prima, ‘ma almeno un caffè glielo faccio!’, offre lui. La vera Italia, quella che in silenzio la fa girare. Poi la mia amata Sardegna, quasi un continente per varietà di bei paesaggi.
Ogni giorno, da anni, come albeggia faccio un giretto in moto di alcune ore. Abito in centro città, ma con opportuno tragitto raggiungo la campagna senza incrociare alcun semaforo. Quando ho più tempo, come ora, libero da impegni professionali, raggiungo una bella spiaggia, ne abbiamo tante, nuoto in acque libere, poi bottiglia da 2 litri per doccia togli-sale e rientro, magari con altro percorso, sempre ‘de curve panoramiche’. Notare che il traffico è quasi inesistente. Mio figlio Enrico, attore, lavora in giro spesso per bei posti, ma non vede l'ora di tornare a casetta!”.

CAPITOLO 3: PONTEDERA, AL MUSEO PIAGGIO TRA LE MOTO APRILIA. Vittorio Inserra ricorda ancora la sua prima Vespa 50 arancione, conquistata a 16 anni come premio per la promozione, dono del padre imprenditore. “Appena ritirata dal rivenditore, mi sono messo in sella e sono partito – ricorda – ho imparato da solo, guidando, verso il mare (ma non sapevo del rodaggio, ho spinto il motore al massimo, ma la Vespetta non si è lamentata), ricordi indelebili; poi me l’hanno rubata un giorno, mentre ero a pescare, bagaglio compreso; sono tornato a casa con costume, pinne e polpo; a 17 anni con i soldi dell’assicurazione presi un altro scooter. Erano gli anni Settanta e andavo a trovare una ragazza, sotto la pioggia, con qualunque tempo”.

“Alla maturità avevo una Aermacchi 350 monocilindrica, ricordo ancora le vibrazioni sulle gambe. Poi ho avuto una Moto Guzzi Le Mans III, 850cc, bianca, dell’81 e numerose altre moto. L’incontro con Aprilia avvenne nel 2006 in un concessionario di Cagliari, dove mi mostrarono una Aprilia RSV 1000 R nera: vista, presa. Da lei è partita la mia lunga passione mai interrotta per le moto Aprilia: poi ho avuto Tuono 1000 R, Tuono 1000 Factory, RSV4 1000 Factory, RSV4 1100 Factory, ed ora ho la RS 660. È eccezionalmente pronta nel fermarsi nel traffico, agile, divertente, molto più sicura; perché se è importante l’accelerazione lo è anche la decelerazione; di lei mi piace tutto; un plauso speciale? Si accendono le 4 frecce di emergenza in automatico. Ormai guido Aprilia da 18 anni, su molte strade e per molti chilometri: sono riconoscente all’Aprilia, apprezzo come realizza le moto. Less is more: l’essenzialità come ispirazione, cura del particolare, design senza eccessi ma di sostanza. Una moto Aprilia per me è come una vera signora”.

Vittorio Inserra al Museo Piaggio posa con l’Aprilia RSV4,(uno dei sei modelli di moto Aprilia acquistati e guidati per migliaia di chilometri negli ultimi 18 anni.

Quasi tutti i giorni sono ‘pronto in strada’ alle prime luci dell’alba e in sella alla mia RS 660 percorro 200-300 km sulle fascinose strade isolane. Il mio amore per le Aprilia è più razionale che istintivo: come ingegnere edile, specialista in strutture (laureato nell’80), esperto di programmazione al computer (creavo le app per i lavori pubblici, allora non esistevano ancora… ero molto richiesto), lunga carriera professionale, anche come imprenditore di successo nel settore della ristrutturazione. Questo per dire che analizzo e vivo la moto come ‘ingegnere’ che valuta ogni aspetto, comprese le innovazioni di elettronica avanzata di cui Aprilia è stata pioniera. Della mia RS, con manubri bassi (li preferisco, mai avuto mal di schiena), apprezzo tutto: grande equilibrio in strada, grande tenuta, consumi modesti, gomme comprese, motori eccezionali, potenza e performance quando servono, essenzialità e autenticità. Monto in sella e vado dappertutto”.

La Aprilia RS 660 di Vittorio Inserra, certo non passa inosservata! Con mega-adesivo con scritta Aprilia anche sul parabrezza.

EPILOGO: “Sono senza parole, da Aprilia e da Piaggio è stato un continuo susseguirsi di emozioni, di esperienze esclusive; ma, soprattutto, sento questo Vostro meraviglioso sentimento nei miei confronti, iniziato il giorno della famosa torta con gli abbracci del personale di Aprilia. Sono commosso”. Parole finali di Vittorio Inserra. E poi, casco in testa, tuta da biker, gilet interno tecnico con collegamento satellitare, e via in sella alla RS 660, sulla strada del ritorno all’amata isola.

Incontrando un Vespista del Vespa Club Pontedera al Museo Piaggio.